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La rivoluzione della Seo Copywriting

Qual è la frase che attanaglia un SEO specialist? Secondo noi questa:

Non scrivo SEO perché ritengo di dover dare un contenuto emozionante a chi legge e con tutte queste regolette non è possibile

Fare SEO significa usare tecniche per raggiungere il miglior posizionamento nei motori di ricerca. Che questo si chiami Google o Bing o, chissà un giorno, anche Facebook, se vuoi fare business online hai la necessità di essere trovato. Questo ormai è chiaro per tutti.

Ebbene, nel 2016 finalmente possiamo dire che gli algoritmi addetti alla ricerca e premiazione dei migliori contenuti si sono evoluti e premiano solo chi scrive davvero per l’utente finale e non per una mal regolarizzata SEO “old style”. È la SEO semantica, ovvero scrivere pensando all’intento che si nasconde dietro la ricerca effettuata.

Google premia chi scrive soddisfacendo la necessità di formazione, informazione e intrattenimento di chi l’ha interrogato. Di chiunque che, a seconda del proprio comportamento culturale, digita nella stringa di ricerca in “ennemila” modi differenti.

Ecco quindi che la frase che attanagliava il mondo SEO ora non ha proprio più senso.

SEO semantica: Principi

Se vogliamo dare il nostro supporto, attraverso la scrittura di contenuti, per raggiungere un posizionamento nei motori di ricerca e quindi farci trovare da chi vogliamo noi, i principi da seguire per scrivere per il web applicando la SEO semantica sono (la SEO specialist padovana @GiuliaBezzi docet):

  • ricordare che siamo esseri umani come quelli che cercano i nostri contenuti
  • la nostra lingua non è composta di sole parole ma di un’infinita complessità che va dalla comprensione alla capacità di espressione di un concetto
  • applicare ciò che abbiamo imparato a scuola dimenticando di dover riempire la pagina ma esplorando la nostra lingua

Esistono i contenuti SEO ottimizzati? Certo che sì ma non più come ci siamo “fissati” in questi anni.

SEO semantica: Forme

Studiamo insieme a Giulia qualcuna delle svariate possibilità per ottenere contenuti SEO ottimizzati partendo dagli elementi che potrebbero comporli.

1. Polisemia

Capacità di una parola di assumere più significati.

2. Ontologia Laterale

Capacità di descrivere un oggetto senza mai nominarlo ma fornendo indicazioni che permettano al nostro cervello di risalire a ciò che non abbiamo detto. In linguistica potremmo ricondurlo alla coppia intensione/estensione. Gli algoritmi ne vanno pazzi, cercano tutto il giorno di diventare più bravi di noi a rispondere correttamente quando un utente, disperato perché non ha elementi certi per trovare qualcosa, interroga il motore di ricerca.

3. Co-occorrenza e Correlazioni

Definiscono fortemente la struttura dell’alberatura di un sito insieme al contenuto che ogni foglia e ramo deve avere per definire un contesto.

Le co-occorrenze sono il numero di volte in cui due o più parole sono contemporaneamente presenti nello stesso contesto. A seconda delle parole scelte per lavorare un testo, cambia il contesto e insieme ad esso il significato. Per la SEO semantica è un concetto fondamentale perché permette, nel momento in cui avviene l’interrogazione, di ottenere risultati pertinenti alla ricerca effettuata. Se vuoi scrivere per il web e avere dei contenuti SEO ottimizzati devi imparare a gestire un cloud di keywords che definisca l’argomento. L’ambiguità, per l’algoritmo, è risolta solamente attraverso la comprensione del contesto. Migliore è la tua capacità di definirlo, maggiore è la possibilità di avere un buon posizionamento nei motori di ricerca.

Le correlazioni sono rapporto di reciproca dipendenza tra due elementi (i famosi rami); sono spesso gli spunti per nuovi post/pagine.

4. Sinonimi e contrari

Beh… queste forme della linguistica le conosci no? Il gioco in sostanza è questo, consulta ora il tuo esperto.

Facebook Dinamico? Per noi è sì

E fu così che anche Facebook diventò dinamico, grazie alle DPA (Dynamic Product Ads).

Le inserzioni dinamiche ci consentono di connettere i nostri cataloghi prodotti di considerevoli dimensioni con ogni acquirente unico grazie a inserzioni per i prodotti pertinenti mostrate nel momento giusto. Stiamo riscontrando risultati straordinari, tra cui un incremento del CTR del 34% e una riduzione del costo per acquisto del 38%.

Le inserzioni dinamiche ci hanno consentito di coinvolgere più facilmente i clienti scegliendo le creatività più pertinenti per loro. I primi risultati hanno superato ogni aspettativa. Le prestazioni sono state molto positive sui dispositivi mobili, un settore molto importante e in grande espansione dove attualmente stiamo registrando un tasso di conversione due volte superiore.

(firmato: un Online Marketing Manager soddisfatto)

Le inserzioni dinamiche di Facebook ti consentono di promuovere prodotti pertinenti mostrandoli agli acquirenti che sfogliano il tuo catalogo prodotti sul sito Web o sull’app mobile.
  •  Scalabilità: promuovi tutti i tuoi prodotti usando creatività uniche senza dover configurare ogni singola inserzione
  •  Continuità: imposta le tue campagne una volta e raggiungi le persone in modo continuativo con il prodotto giusto nel momento giusto
  •  Pubblicazione su più dispositivi: raggiungi le persone con le inserzioni su tutti i dispositivi che usano, indipendentemente dal punto di contatto originale della tua azienda
  •  Pertinenza elevata: mostra alle persone inserzioni relative ai prodotti a cui sono interessate per incrementare la probabilità di acquisto

Ecco come fare

  1. Caricare il tuo catalogo. Un catalogo prodotti, noto anche come elenco prodotti, è una lista dei prodotti che desideri pubblicizzare su Facebook. Ogni prodotto della lista presenta caratteristiche specifiche, ovvero ID prodotto, descrizione, URL della pagina di destinazione, URL dell’immagine, disponibilità, ecc., che possono essere usate per creare un’inserzione.
  2. Configurare il tuo pixel di tracciamento. Inserisci il pixel di Facebook sul tuo sito Web (o sull’App Events se hai un’app) e modificalo in modo che registri la visualizzazione, l’aggiunta al carrello o l’acquisto degli ID prodotti.
    Il pixel di Facebook è lo stesso pixel usato per creare il pubblico personalizzato dal sito Web o per monitorare le conversioni. E’ importantissimo!
  3. Creare il tuo modello di inserzione personalizzato. Crea un modello per le inserzioni dinamiche che venga completato automaticamente con i prodotti giusti. Puoi scegliere di mostrare tutti i prodotti o solo un singolo insieme di prodotti definito da te. Usa le parole chiave per la selezione dinamica di immagini, nomi dei prodotti, prezzi e altro ancora dal catalogo prodotti. Mostra un singolo prodotto o più prodotti contemporaneamente (formato Carosello).
    Le inserzioni dinamiche sono supportate nella sezione Notizie, nella colonna destra di Facebook e su Audience Network, e sono pubblicate su qualsiasi supporto: mobile, tablet e computer.
  4. Pubblicare! Quando le persone cercano prodotti sul tuo sito Web o sulla tua app, e poi giungo su Facebook, visualizzeranno automaticamente le inserzioni dinamiche. Ogni inserzione è formattata su misura per gli acquirenti in base ai prodotti che cercano tramite parole chiave, immagini e altri contenuti estratti direttamente dal catalogo prodotti caricato. Ad esempio, le persone che cercano un comodino sul tuo shop online di mobili potrebbero vedere un’inserzione relativa agli ultimi modelli di comodino, o una selezione di prodotti correlati quando accedono nuovamente a Facebook.
    Le inserzioni dinamiche sono al passo con la tua azienda e ti consentono di mostrare solo i prodotti presenti in magazzino e con il prezzo aggiornato. Quando una persona effettua un acquisto nel tuo sito, le inserzioni per quel prodotto vengono disattivate automaticamente su tutti i dispositivi; in questo modo, non mostrerai più ai clienti acquisiti i prodotti che hanno già acquistato.

Che dire… S’ha da prova’. Chiedeteci una mano.

DEM vs Newsletter

L’email marketing è la metodologia e lo strumento di comunicazione commerciale tramite email.

La Newsletter e la Dem (Direct Email Marketing) sono i mezzi attraverso i quali si invia la posta elettronica meglio conosciuta come l’email. Ma quali sono le loro sostanziali differenze? Perché sono mezzi diversi fra loro.

E tu, hai creato più Newsletter o DEM? Vediamole più in dettaglio (@ToolsEmail docet)

Newsletter

È principalmente uno strumento di informazione. I contenuti sono di tipo informativo, in formato solitamente solo testuale. Crea seguito verso i propri lettori e ne accresce la fidelizzazione, che però già dev’essere acquisita almeno parzialmente.

Le caratteristiche principali da tenere a mente:

  1. Branding: lo stile e la cura che viene trasmesso attraverso la newsletter promuove e migliora l’immagine dell’azienda e del suo brand con conseguente aumento della good reputation
  2. Traffic generator: l’aumento del traffico sul tuo sito web di riferimento
  3. Loyalty: l’invio periodico, a distanze né troppo ravvicinate (giorni) né troppo dispersive (mesi), contribuisce sempre all’aumento della fidelizzazione dell’utente che conoscerà con regolarità i tratti narrativi, i valori e il mood della tua attività o azienda
  4. Nurturing: una newsletter efficace “nutre” i clienti con le informazioni sui prodotti o sulle novità della tua azienda. Grazie all’avvento dei social network il tema è ancora più importante e può generare l’aumento del proprio parco clienti
  5. Push e viral: la newsletter si pone, al contempo come obiettivo secondario, quello di promuovere i prodotti dell’azienda o le offerte del momento
  6. Lead generation: attraverso la newsletter è possibile anche produrre nuovi clienti e nuove opportunità di partnership

DEM

La DEM è costituita certamente un’email, inviata solo tramite posta elettronica. Il suo obiettivo però è sensibilmente differente dalla newsletter: è uno strumento più “aggressivo”, fondamentale nel marketing mix dell’azienda che desidera aumentare il proprio fatturato.

Le caratteristiche principali:

  1. è una comunicazione commerciale che punta al push diretto sui propri destinatari con promozioni, couponing, branding e sconti (spesso anche elevati)
  2. ha un target molto profilato scelto a tavolino. Rispetto alla newsletter, dove la profilazione dei destinatari è comunque possibile, la DEM segmenta in partenza l’audience a cui l’offerta verrà proposta (ad esempio i prodotti maschili sono inviati solo agli uomini, quelli femminili solo alle donne)

Molto spesso le DEM sono inviate su database a noleggio dove l’editore concede lo spazio al suo interno per la pubblicità di aziende esterne. Ecco i suoi classici KPIs:

  • letture e relativi tassi di lettura e apertura delle email
  • clic
  • bounce (le email che non sono andate a buon fine)
  • cancellazioni
  • inoltri
  • condivisioni dirette sui social

Correggere gli errori 404 in un attimo!

Correggere tutti gli errori 404 interni al tuo sito serve non solo a garantire una corretta navigazione dell’utente ma anche a non perdere l’enorme vantaggio proveniente dai link esterni che puntano alla tua pagina, ovvero quella parte di PageRank presa dalla pagina di origine del collegamento che viene persa in caso di errori 404.

Noi crediamo fermamente che correggere tutti i link rotti sia una attività molto importante che tuttavia viene spesso sottovalutata. Tu per esempio te ne stai occupando per il tuo sito?

Correggere gli errori 404 in un attimo!. Correggere tutti gli errori 404 interni al tuo sito serve non solo a garantire una corretta navigazione dell’utente ma anche a non perdere l'enorme vantaggio proveniente dai link esterni che puntano alla tua pagina, ovvero quella parte di PageRank presa dalla pagina di origine del collegamento che viene persa in caso di errori 404.

Per trovare gli errori 404 si possono usare diversi strumenti SEO, il più accessibile è sicuramente Google Search Console, lo Strumenti per Webmaster di Google di una volta.

A parte rarissimi casi, praticamente qualsiasi sito web ha delle pagine che per vari motivi non vengono trovate e generano quindi degli errori, i cosiddetti HTTP 404 (Not Found, non trovato appunto). La Google Search Console mostra queste pagine riferendo che sono errori e, anche se sono errori comuni, gestirli nel più breve tempo possibile è un dovere per aumentare la qualità del tuo sito e la sua ottimizzazione per i motori di ricerca.

Qualche dritta

Nella guida di Google sono ben illustrate tutte le funzionalità della sezione Errori di scansione presente nella Search Console. Visto però che questo articolo/tutorial è più incentrato sulla parte pratica dell’utilizzo della Google Search Console, una piccola introduzione alla sezione degli errori di scansione (e quindi anche degli errori 404) è necessaria, altrimenti quello che verrà riferito in seguito potrà essere complicato da applicare.

  1. Una volta fatto l’accesso alla Search Console, e dopo aver selezionato la tua proprietà, la sezione “Errori di scansione” verrà visualizzata in bella mostra e nella parte “Errori causati da URL” si potrà vedere subito il numero di errori.
  2. Per individuare gli errori 404 basta semplicemente cliccare sul titolo della sezione: la sotto-scheda “Non trovato” è quella che ci interessa.
  3. Dopo aver cliccato un link che dà errore presente nella scheda “Non Trovato” verrà aperta una finestrella con ulteriori dettagli che conterrà 2 sezioni e varie funzionalità. Cliccando sulla linguetta “Con link da” vengono mostrati i link che la pagina in questione riceve da altre pagine.

Gli errori 404 solitamente più diffusi sono quelli legati al funzionamento non ottimale del sito web: se ad esempio è down (non raggiungibile per vari motivi) può generare errori HTTP 404. Anche se si sta modificando il codice di programmazione le pagine web potrebbero dare una risposta HTTP 404, per esempio se proprio nel momento in cui si aggiorna il codice lo spider di Google sta cercando di scansionare il sito web. In questo caso la gestione di questo tipo di errori 404 è molto semplice: basta solamente verificare che il link sia raggiungibile, e di conseguenza marcare l’errore come corretto.

Consigliamo dunque di eseguire un costante monitoraggio per evitare di doverne poi correggere troppi insieme!

Google Shopping: cos’è e come funziona

Troviamo spesso online diversi articoli che parlano di Google Shopping: inviti da parte di Google ad utilizzarlo, statistiche di quanto questo sia utile e profittevole e tanto altro…

Ma che cos’è Google Shopping?

Google Shopping è un motore di ricerca di Google dedicato agli acquisti online che mette direttamente in contatto il venditore con l’utente che cerca un prodotto. L’utilizzo è molto semplice per l’utente perché è come effettuare una classica ricerca sul famoso motore di ricerca. Infatti molti risultati di ricerca provenienti dal canale Shopping di Google li trovate nella classica pagina dei risultati di ricerca sotto forma di “mini inserzioni” con immagine, descrizione e prezzo. Quello che vedete però è solo un estratto dei risultati di Google Shopping perché, cosi come avviene per video, immagini, mappe, notizie, libri, etc. Google ha un motore di ricerca verticale dedicato.

Ma questi risultati da dove provengono? Chi li ha messi li?

Sono annunci a pagamento gestiti tramite i pannelli di Google Adwords, così come i classici annunci di testo. Dunque questa tipologia di annunci non proviene direttamente da un sito web che vende online, non viene nemmeno mostrata in base alle keyword che avete scelto, non vengono presi a caso dal vostro negozio on line. Tutto questo viene gestito da voi e Google tramite una piattaforma (parte integrante di Google Adwords) chiamata Google Merchant Center.

Cosa serve per essere visibili in Google Shopping

  1. Un account pubblicitario Google Adwords.
  2. Un account Google Merchant Center e che questi siamo collegati (procedure molto semplici e veloci).
  3. Fornire a Google la lista dei prodotti che vorreste promuovere sul canale di Google Shopping, tramite un “feed” che elenchi tutti i vostri prodotti, caricando poi questo direttamente su Google Merchant Center.

Qui viene la parte difficile: che cos’è un feed di dati? E’ un file contenente un elenco di prodotti con degli attributi, ovvero i prodotti del vostro negozio online. Come generarlo dipende molto dalla piattaforma e-commerce che utilizzate, ma spesso questo viene generato automaticamente generando un file .txt o .xml che verrà poi caricato direttamente sul Merchant Center.

Google Shopping: cos'è e come funziona. Troviamo spesso online diversi articoli che parlano di Google Shopping: inviti da parte di Google ad utilizzarlo, statistiche di quanto questo sia utile e profittevole e tanto altro...

Come funziona Google Shopping?

Il funzionamento è semplice: un utente digita una parola o una frase, Google va ad analizzare il titolo e la descrizione dei prodotti che la contengono, questi prodotti entrano “in asta” cosi come funziona per i risultati a pagamento della rete di ricerca, la posizione degli annunci degli inserzionisti verrà determinata dall’offerta CPC di ognuno.

Non si possono comprare delle keyword precise, dovrete lavorare come nell’ottimizzazione SEO, creando titoli e descrizioni (sul vostro feed) pertinenti con ciò che state promuovendo. Non esiste nemmeno il punteggio di qualità come per le parole chiave di Adwords, è la qualità del feed che vi consente o meno di essere visibili.

Google Shopping è utile per me?

Per capire se è utile o meno, dovete capire quanto i vostri prodotti sono cercati online (fate un’analisi con gli strumenti di Google Adwords), fate voi stessi una ricerca ed analizzate quali sarebbero i vostri diretti competitors.

Tenete conto che i prezzi saranno visibili subito dopo la ricerca (vedi immagine sopra), quindi se i vostri prezzi sono nettamente più alti di altri vostri diretti competitors sarà difficile per voi essere preferiti agli altri se non adottate una giusta strategia comunicativa che vi faccia rendere unici rispetto agli altri.

No Panic! Chiedici info al riguardo

Il tuo canale YouTube è ottimizzato?

Ci sono moltissime ragioni per ottimizzare la propria presenza aziendale su YouTube: quella più evidente è legata a Google (proprietario della piattaforma). Avere una serie di video ben piazzati sul “tube” può permetterti di influenzare positivamente il motore di ricerca e orientare in modo efficace la tua strategia digitale. Oltre a questo, moltissimi utenti utilizzano YouTube per cercare video di recensioni di prodotti, dimostrazioni pratiche, tutorial legati all’utilizzo di un dispositivo e così via: un’occasione per cominciare a popolare con i tuoi contenuti la più grande community attiva dedicata al social video marketing.

Ma la struttura di un canale YouTube è fondamentale quanto la qualità dei contenuti. Se la qualità dei contenuti è un fattore fondamentale per costruire un canale YouTube di successo, anche la sua struttura è un aspetto importante. I video che sono indicati da titoli senza criterio oppure ospitati da un canale privo di identità, allontanano gli utenti dopo la prima visita.

Contenuti sempre nuovi

Il target di riferimento è importante, e per mantenerlo devi sviluppare contenuti di largo interesse, non banali e che siano un valore aggiunto per il tuo canale. Per esempio, un approccio tutorialistico può avere molti più vantaggi di uno esplicitamente pubblicitario, ma non è l’unica possibilità: raccontare una storia attraverso un video emozionale, soprattutto se il tuo prodotto veicola sensazioni invece di istruzioni, può anche rivelarsi una scelta giusta.

Segui una linea redazionale precisa e ordina i tuoi video (in primo piano e playlist) in modo tale che corrispondano alla varietà della tua offerta.

La diffusione virale

La diffusione virale non può essere l’obiettivo principale, questo perché non è affatto semplice attivarla, specialmente quando hai pochi video; questo momento il tuo obiettivo principale è quello di trasferire, in modo tecnico, visitatori sul tuo canale YouTube; puoi utilizzare altre piattaforme video come Vimeo, Vine, Instagram per puntare ai contenuti completi sul tuo canale YouTube, in ogni caso si tratta di indirizzare utenza sensibile facendo un lavoro integrato con altri social network.

 

Il tuo canale YouTube è ottimizzato?. Ci sono moltissime ragioni per ottimizzare la propria presenza aziendale su YouTube: quella più evidente è legata a Google (proprietario della piattaforma). Avere una serie di video ben piazzati sul "tube" può permetterti di influenzare positivamente il motore di ricerca e orientare in modo efficace la tua strategia digitale. Oltre a questo, moltissimi utenti utilizzano YouTube per cercare video di recensioni di prodotti, dimostrazioni pratiche, tutorial legati all’utilizzo di un dispositivo e così via: un’occasione per cominciare a popolare con i tuoi contenuti la più grande community attiva dedicata al social video marketing.

Chiavi di ricerca coerenti 

Per aiutare il tuo pubblico a trovare i video che hai realizzato è importante che lavorare sui tags, le keywords e le descrizioni, sia allineato in modo pertinente ai contenuti che produci. Non pensare di fare il furbetto inserendo una parola chiave che presumi tra quelle più ricercate perché potresti ottenere solo una gran confusione.

Il layout grafico

Ricordati di elaborare una grafica chiara e di inserire testi visibili e leggibili; una thumbnail è molto piccola, sopratutto durante la ricerca interna a YouTube, e se l’utente riesce a leggerla hai già fatto metà del lavoro. Altri elementi grafici, come il layout generale del canale e i banner interni, sono una parte importante della tua identità commerciale.

Un occhio attento alle visite

Le YouTube Analytics ti consentono di consultare una serie di grafici e dati inerenti le visite sul tuo canale; quando comincerai a totalizzare molti visitatori, puoi cercare di perfezionare i risultati targettizzando l’utenza in base alle tue preferenze e all’area geografica di tuo interesse, integrando una serie di eventi pubblicitari per far circolare al meglio i tuoi video. Le visite però non sono tutto, ci sono altri fattori numerici che devi considerare in una prima fase, prima di tutto cerca di creare interesse e fidelizzare un’utenza sicura e per far questo assicurati di avere più iscritti possibile al tuo canale.